Le guerre balcaniche (1912-1913)
Grazie alla mediazione russa, gli stati balcanici conclusero una serie di accordi in funzione anti-turca nel 1912: tra la Serbia e la Bulgaria nel marzo 1912; tra la Bulgaria e la Grecia nel maggio 1912; il Montenegro, infine, siglò accordi con Serbia e Bulgaria nell'ottobre 1912. Proprio in seguito a questi accordi (la Lega balcanica), l'8 ottobre si ebbe lo scoppio della Prima guerra balcanica. In meno di due mesi, gli Ottomani persero quasi tutti i loro possedimenti nella penisola balcanica e conclusero un armistizio il 3 dicembre, cui fece seguito la Conferenza di Londra, a partire dal 17 dicembre 1912. Le condizioni di pace furono però giudicate inaccettabili dall'Impero Ottomano, sicché le ostilità ripresero fino a un nuovo armistizio, stabilito il 19 aprile 1913. Con la mediazione delle principali potenze europee, il 30 maggio 1913 fu firmato il Trattato di Londra, che pose fine alla guerra. Sconfitto sul campo l'Impero ottomano, che aveva lungamente negato autonomia al Kosovo, la Conferenza di Londra, a seguito delle specifiche e pressanti richieste in tal senso dell'Austria-Ungheria, negò alla Serbia l'accesso al mare che essa aveva fortemente richiesto, da realizzare annettendo ad essa territori lungo la valle del fiume Drina, sino all'Adriatico. Per contro, la Francia e la Russia, operarono affinché alla Serbia fosse concesso il controllo della Macedonia e del Kosovo, mentre la Metochia fu affidata al Montenegro. E fu concessa l'indipendenza all'Albania. Al momento della riconquista del Kosovo da parte dei serbi, i cittadini di etnia albanese corrispondevano a circa il 60% del totale degli abitanti della provincia. L'occupazione serba fu realizzata a prezzo di gravi massacri: si stima che circa 20.000 kosovari, in prevalenza albanesi, furono giustiziati. In tal modo, nel giugno 1913, alla conclusione della Conferenza a Londra, un gran numero di cittadini di etnia albanese si trovò sottoposto ad un potere serbo oppressivo, con il beneplacito delle grandi diplomazie europee. Richiamandosi alla battaglia del 1389, il governo serbo pianificò una ricolonizzazione del Kosovo da parte di famiglie serbe, mentre si distruggevano le case di turchi e albanesi emigrati o fuggiti.
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Le guerre balcaniche (1912-1913)
La prima guerra balcanica.
Su iniziativa bulgara dopo lunghe trattative si costituì nel marzo 1912 la Lega Balcanica tra Serbia e Bulgaria. A luglio aderì anche la Grecia; scopo principale era la guerra con la Turchia (che stava attraversando una fase rivoluzionaria e dunque era militarmente debole) e la spartizione dei suoi possedimenti europei. Il pretesto fu una strage turca in Macedonia che provocò un movimento popolare in Bulgaria, sostenuto dal governo.
Nell'ottobre ebbe inizio la guerra. A fine novembre le truppe bulgare occupavano territori della Tracia mentre le truppe serbe e greche occupavano quasi tutta la Macedonia. A dicembre ci fu l'armistizio e un tentativo fallito di accordo. A gennaio ricominciò la guerra: gli alleati entrarono ad Adrianopoli, le truppe greche occuparono Giannina, le truppe montenegrine occuparono Scutari (furono poi costrette a lasciarla sotto la minaccia delle navi austroungariche). Nel maggio 1913 si arrivò ad un accordo di pace a Londra che dava Adrianopoli alla Bulgaria, mentre alla Serbia per compensarla del mancato sbocco sull'Adriatico gli fu data parte della Macedonia. Fu poi creato il principato indipendente dell'Albania. Alla Romania fu data la città bulgara di Silistra. L'accordo vedeva tutti insoddisfatti, ma gli stati balcanici dovettero cedere alle pressioni delle grandi potenze. La Serbia non aveva il suo sbocco al mare, la Bulgaria si vedeva privata della Macedonia e di Silistra, la Grecia puntava ad una fetta della Macedonia.
 
La seconda guerra balcanica.
Nel giugno 1913 la Bulgaria attaccò la Serbia dando inizio alla seconda guerra balcanica. Serbi, greci e montenegrini si coalizzarono contro la Bulgaria, la Romania la prese alle spalle occupando un suo territorio (la Dobrugia), mentre i turchi si ripresero Adrianopoli. La Bulgaria fu sconfitta nel giro di un mese. Ad agosto il trattato di pace vide la spartizione della Macedonia tra Serbia e Grecia, mentre alla Romania andò la Nuova Dobrugia dove la gran parte degli abitanti era bulgara e solo il 3% romeni. Adrianopoli e gran parte della Tracia tornarono alla Turchia.
 
 
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